Quali sono le caratteristiche che rendono “unica” La Civiltà Cattolica?

Quali sono le caratteristiche che rendono “unica” La Civiltà Cattolica?

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a) Anzitutto è la rivista più antica d’Italia che può essere scritta solamente da gesuiti, eccetto le recensioni dei libri. E’ stata fondata a Napoli da un gruppo di gesuiti italiani e il primo numero è stato stampato il 6 aprile 1850. La rivista esce il primo e il terzo sabato del mese (24 quaderni l’anno per complessive 2.500 pagine in 4 volumi).

b) La linea la decide la redazione. A differenza delle altre riviste, il responsabile della politica editoriale è il Collegio degli scrittori gesuiti (la redazione), il direttore è per statuto pontificio un primus inter pares.
La Civiltà Cattolica resta l’espressione del lavoro di una équipe, e dunque di una ricerca e di una fatica condivisa: ogni articolo prima della sua pubblicazione è sottoposto al giudizio del gruppo ed è il frutto di un dialogo interno. Noi scrittori siamo, come ci scrisse Leone XIII nel «breve» Sapienti consilio, «uniti in comunanza di vita e di studi». Il direttore coordina il lavoro collegiale. Ovviamente questa attività coinvolge anche gesuiti che non fanno parte del Collegio ma che danno il loro contributo a questa opera dai cinque continenti, inviando testi che vengono tradotti in lingua italiana. Tutti i redattori sono corresponsabili in solidum di tutto ciò che si pubblica. Come si legge nelle Memorie della Civiltà Cattolica del 1854, «tutto in certo modo è opera di tutti».

genmec) Il servizio dei gesuiti scrittori nasce da una scelta, il nostro voto di obbedienza al Papa e dalla speciale sintonia che ci lega alla Segreteria di Stato. Per La Civiltà Cattolica essere fedele alla Chiesa significa sostanzialmente avere a che fare con queste «questioni dibattute» e così rispondere all’appello dei Pontefici rivolto alla Compagnia di Gesù.

d) Accoglienza di un binomio che è priorità per la Compagnia di Gesù: il servizio della fede e la promozione della giustizia.

e) Un modo particolare di entrare in dialogo con i nostri lettori che si trasmette di generazione in generazione e che da oggi coinvolgere il lettore anche nell’ambiente digitale. Questo particolare modo nasce da un pensiero che i gesuiti de La Civiltà Cattolica formularono nel 1851 e che resta attualissimo: «Tra chi scrive e chi legge corre una comunicazione di pensieri e di affetti che tiene molto dell’amicizia, spesso giunge ad essere quasi una segreta intimità: soprattutto quando la lealtà da una parte e la fiducia dall’altra vengono a raffermarla». Per questo la rivista da sempre accompagna la politica e l’economia, la letteratura e la storia e la filosofia, la psicologia e chiaramente la teologia.

f) Le proposte di alcuni padri scrittori sono entrate nella storia. Il p. Curci, il primo direttore, ha innovato il modo di fare giornalismo nella Chiesa. P. Taperelli d’Azeglio sulle pagine della nostra rivista ha anticipato la formazione delle Nazioni Unite. Padre Liberatore contribuì a scrivere la prima enciclica sociale, la Rerum novarum. P. Bresciani era un dei più grandi letterati del tempo. Il p. Enrico Rosa ha arginato il modernismo e rimane famosa la sua polemica contro Bonaiuti. I padri Messineo e Lener scrissero tre bozze di Costituzione d’Italia che Dossetti aveva letto e portato alla Costituente. I padri Tucci e Caprile sono stati i protagonisti del Concilio Vaticano II, in quel tempo le cronache della Chiesa erano le cronache sul concilio corretto da Papa Giovanni XXIII e da Paolo VI. I padri Sorge, De Rosa e Federico Lombardi hanno accompagnato la stagione politica dei cattolici nella DC. Poi è storia contemporanea: i 26 anni di direzione del p. Salvini, gli studi storici del p. Sale, quelli sulla letteratura americana del p. Spadaro, di psicologia del p. Cucci, gli studi di geopolica del p. Larivera ecc.

Scrive l’attuale direttore, il p. Antonio Spadaro in un suo editoriale: “Chi venisse a visitarci avrebbe forse l’impressione di un ‘monastero’ dove i gesuiti studiano e scrivono nelle loro stanze. Eppure questa apparente calma nasconde invece un confronto continuo tra di noi in occasioni formali e informali. Ma la nostra calma apparente è densa di contatti col mondo che ci circonda, anche grazie alla Rete. Inoltre spesso i gesuiti della rivista partono per conferenze e incontri in Italia e nel mondo e tornano arricchiti e pronti per tradurre in articoli le loro esperienze e le loro riflessioni. La nostra casa ospita dibattiti e seminari da noi organizzati. E’ la nostra ‘piazza’ nella quale invitiamo i «mondi vitali» della cultura”.

g) La Civiltà Cattolica è anche una piazza vivente attraverso le conferenze del terzo sabato del mese, dei gruppi di giovani che vengono a fare formazione, di seminari di studio che dibattono di letteratura o di politica estera.
I padri scrittori in genere hanno anche altri incarichi: insegnano, danno conferenza, celebrano, accompagnano spiritualmente la vita delle persone, fanno consulenze. Tutto quello che pensano e fanno è nel rispetto della linea della rivista e nella fedeltà del carisma che vivono come gesuiti che ci porta a stare sulle frontiere.

È questo dunque lo spirito della rivista: comprendere come essere cattolici oggi significhi sempre di più “essere universali”, non chiudersi ma essere aperti al mondo, alle culture e a ogni dimensione pubblica della vita degli uomini.

Francis with La Civilta Cattolica 2013

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