Il dono e il discernimento

«Uscendo dalla propria casa si scoprono sempre mondi nuovi, uscendo da sé si incontrano sempre nuove relazioni.»

Inizia così questo dialogo con Mariella Enoc da cui esce un ritratto straordinario nell’ordinario.
Chi è Mariella Enoc, la donna che papa Francesco ha di recente confermato alla presidenza dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù? Lo stesso Bergoglio l’ha definita “una leonessa”, e anche la stampa – nazionale e internazionale – ne parla spesso come di una “lady di ferro”, una “donna tenace”. Queste formule, però, ci restituiscono solo una parte della caratura umana e professionale di una delle più importanti manager italiane in campo sanitario.

«Sono convinta che il frutto delle opere è più importante di chi le progetta e le anima.» «Non accetto che la domanda “Quanto costa?” condizioni la scelta medica e il costo sociale del dolore che si prova.»

Il dialogo tocca molti temi, soprattutto quello della sanità e ci permette ripercorrere non solo la parabola lavorativa di Mariella Encoc, ma di scoprire i nodi più significativi di un’esistenza indubbiamente ricca. Le gioie e le ferite; le speranze e le paure; le convinzioni incrollabili e i dubbi irrisolti; le battaglie vinte e quelle perse, ma comunque combattute sempre fino in fondo. Come nel tragico caso dei tentativi per non far rimuovere la ventilazione assistita al piccolo Alfie Evans.

«La vita contemplativa ha nutrito la mia vocazione di manager, bilanciando ciò che conta, permettendomi di illuminare domande profonde che in genere nella professione mancano.»

Ecco dunque che al racconto degli anni alla presidenza della Fondazione Cariplo, della Confindustria piemontese o dell’ospedale pediatrico della Santa Sede, si affiancano le esperienze del laicato, quelle nell’Azione Cattolica e nella formazione dei catechisti, gli incontri con grandi personalità della Chiesa e le riflessioni sui temi dell’etica medica o del rapporto tra azione personale, cambiamenti sociali e impegno per ricostruire la politica italiana.

«Nel mondo scientifico prima di dividerci tra credenti e non credenti, ci distinguiamo tra persone morali e non.»

«Nella mia esperienza ho toccato con mano come la fede senza le opere è morta e come le opere senza la fede sono sterili.»

«Nella mia esperienza ho toccato con mano come la fede senza le opere è morta e come le opere senza la fede sono sterili.» «La carità non ha bisogno di protagonisti, ma di testimoni.»

A emergere, tra aneddoti e immagini memorabili, è il profilo di una manager che è stata capace di non conformarsi alla cultura dominante – promossa da università e aziende – che vede nel dirigente una persona chiamata solo a far quadrare i conti, a discapito di tutto il resto. Il risultato è un volume denso e avvincente, che riesce a offrire il bozzetto di una vita attraverso le scelte che l’hanno strutturata e le principali riflessioni che l’hanno ispirata.
Per offrire al lettore la possibilità di sostare per interrogarsi su temi che toccano l’esperienza umana e la vita sociale.

Se vuoi approfondire l’intervista a Mariella ENOC fatta dalla redazione di Comunità di Connessioni: Il tempo della relazione è tempo di cura.

Per acquistare il volume: RIZZOLI

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1 comment

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    Libro che sicuramente regalerò alle mie due figlie adolescenti; per essere cattolici credibili bisogna ancor prima essere donne e uomini capaci di riflessione e coerenza.

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