Con il governo Conte placare “tintinnio sciabole”. La Chiesa può contribuire a rilanciare dialogo sociale

19 Settembre , 11:31
(ANSA) – ROMA, 19 SET –

“Il presidente Conte, nel suo discorso in Parlamento il 9 settembre, ha chiesto a tutti l’impegno di ripartire dal dialogo sociale, dalla sobrietà nelle parole e dall’operosità nell’azione per riportare al centro delle politiche equilibrio e moderazione. È su questi tre fronti che la Chiesa può contribuire, attraverso la competenza dei laici e una nuova stagione di formazione, a rilanciare il dialogo sociale e la collaborazione dei corpi intermedi per placare ciò che Moro definiva il pericoloso ‘tintinnio di sciabole'”.


Così, sul nuovo numero di Civiltà Cattolica, p. Francesco Occhetta saluta la nascita del secondo governo Conte e l’alleanza M5s-Pd.

“L’alleanza politica risponde a un abbraccio debole, un ‘facere de necessitate virtutem’ – sottolinea la rivista dei Gesuiti, le cui bozze vengono tradizionalmente rivedute in Segreteria di Stato -. Uno dei sondaggi più autorevoli riporta che il governo nasce con il consenso dei sostenitori dei due partiti alleati, ma con il 52% degli italiani contrari e il 45% che prevede un esecutivo di pochi mesi”.

L’alleanza Pd-M5S “ha dunque accelerato un processo politico che però non era ancora giunto alla sua maturazione, e si caratterizza più per le ragioni contrarie all’operato della Lega di Salvini che a un progetto in favore del Paese”. Per Occhetta l’alleanza “è stata dettata da una sorta di ‘conventio ad excludendum’ verso la Lega di Salvini e dalla volontà politica di allontanare quei pericoli per una democrazia da cui metteva in guardia Aristotele: la tirannide dell’uomo solo al comando; l’oligarchia dei pochi ricchi; la politeia in cui decide la massa indistinta”. Secondo Civiltà Cattolica, “dopo l’alleanza Pd-M5S nulla rimane come prima, anzi saranno messi alla prova il metodo e il merito delle forze di governo”: “Prevarrà la logica dell”alleanza’, sulla quale si basa il Pd, oppure quella del ‘contratto’ politico del M5S? La prima richiede visione comune e unità, il contratto invece si limita a realizzare punti specifici nell’interesse delle parti”. Inoltre, “riusciranno a conciliarsi le dinamiche politiche di un partito come il Pd con quelle di un movimento come il M5S, in cui convivono insieme esponenti della destra sociale e della sinistra storica?”. E ancora: “Prevarrà la forma di governo sussidiaria, o si imporrà la linea statalista del M5S e di parte del Pd?”. Inoltre “la tenuta del governo dipenderà anche dalla capacità dei soggetti politici di interpretare le sfide del tempo”. E “il cammino del governo dipenderà anche dall’offerta politica che si presenterà e che finora è incerta, come per esempio la ricomposizione degli equilibri interni al Pd, con l’area guidata da Zingaretti, quella che fa capo a Franceschini”. Nel frattempo, aggiunge Occhetta,

“Renzi sta creando un proprio gruppo parlamentare e ‘un nuovo partito innovativo’ – lo definisce così l’ex Presidente del Consiglio -, fondato sui metodi, i punti programmatici e i linguaggi del modello Leopolda. Questa scelta sarà un argine per ricostruire un’area moderata che guardi verso sinistra se terrà l’alleanza di governo, oppure una frattura insanabile per l’intera area”.

(ANSA).

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