Italia grande casino’ cielo aperto

Gioco azzardo: Civilta’ Cattolica, Italia grande casino’ cielo aperto. Lo studio sul gioco d’azzardo lanciato dall’Asca.

”87 miliardi di euro il solo fatturato legale, 800 mila i giocatori patologici”. (ASCA)

L’Italia dopo tanti anni di proibizionismo sul gioco d’azzardo oggi e’ diventata ”un grande casino’ a cielo aperto” e la responsabilita’ e’ delle ”principali forze politiche di maggioranza e di opposizione” che hanno ”permesso un consumo di massa” che colpisce e umilia le fasce piu’ povere della popolazione. Il grido d’allarme sulla crescente invedenza del gioco d’azzardo e’ dei gesuiti de ”La Civilta’ Cattolica”, la rivista le cui bozze vengono tradizionalmente lette e approvate in Vaticano, che a proposito della dimensione crescente del fenomeno parlano di una ”sorta di ipnosi collettiva imposta dalla pubblicita”’. ”Che cosa e’ accaduto all’Italia – si chiede l’articolo a firma di p. Francesco Occhetta – per essere diventata in cosi’ poco tempo il primo Paese consumatore di gioco d’azzardo in Europa e il terzo nel mondo? Sembra paradossale, ma dal proibizionismo sul gioco, che distingueva l’Italia dagli altri Paesi occidentali, si e’ passati a una situazione di concessioni senza limiti che in pochi anni ha generato un’industria con il terzo fatturato piu’ alto del Paese. Essa e’ composta da una filiera di 5.800 imprese del settore dei giochi autorizzati dallo Stato, in cui lavorano circa 120.000 persone. Se da un lato stupisce il fatturato annuo legale, che si aggira intorno agli 87 miliardi di euro, dall’altro la spesa media che grava sugli italiani maggiorenni per il gioco d’azzardo raggiunge punte di 1.480 euro in Abruzzo e di 2.960 euro a Pavia”.

(ASCA) – Roma, 2 ott 2014 – ”Nelle casse dello Stato – prosegue la rivista dei gesuiti – entrano ogni anno otto miliardi di euro dal prelievo sul gioco d’azzardo legalizzato. Ma dietro ai numeri positivi si nasconde il lato piu’ umiliante per una societa’ democratica: il capro espiatorio dell’intera operazione sono le fasce piu’ povere della popolazione. Giocano, secondo l’Eurispes, il 47% delle persone che appartengono alla classe indigente e il 56% di quelle del ceto medio-basso. Nel 2009 gli italiani che giocavano erano circa 35 milioni; attualmente gioca (occasionalmente) il 70% della popolazione; di questi, 800 mila sono giocatori patologici, altri due milioni sono quelli considerati ad alto rischio di dipendenza; gli anziani e i giovani sono le categorie piu’ vulnerabili”. Il cambiamento della societa’ ha modificato anche i comportamenti degli italiani nei confronti del gioco d’azzardo passando da una tradizionale ”dimensione comunitaria” alla ”solitudine del giocatore che davanti alla macchina inserisce direttamente denaro fresco, senza doverlo cambiare e rendersi conto di quanto spende immerso in pochi attimi fuggenti, che vanno, a seconda del gioco, dai 6 ai 240 secondi. E’ l’avvento – afferma Civilta’ Cattolica – di una sorta di ipnosi collettiva imposta dalla pubblicita’, che svolge la funzione del pifferaio magico di Hamelin. E’ soprattutto ‘il tempo ipnotico’ del gioco d’azzardo in internet a creare nuovi rischi: per esempio, giocare con la carta di credito non permette di percepire quanto si spende mentre si gioca. Per i bambini, passare dal gioco in internet a una slot e’ quasi automatico, le applicazioni assomigliano ai giochi. Telefono Azzurro stima che saltuariamente giochino con soldi il 23,3 % dei bambini e il 39% degli adolescenti”. Tornando alla dimensione economica del gioco d’azzardo la rivista sottolinea come stime della Antimafia parlino di un sommerso enorme rispetto al gioco legale: ”Per ogni euro guadagnato legalmente dallo Stato ci sono 7-8 euro guadagnati illegalmente dalle mafie”.

Gioco azzardo: Civilta’ Cattolica, Italia grande casino’ cielo aperto(3) = (ASCA) – Roma, 2 ott 2014 – Ma come si e’ arrivati all’Italia casino’ a cielo aperto? Padre Occhetta ripercorre le tappe essenziali di una liberalizzazione sostanzialmente avvenuta in nome dei conti pubblici e del fisco. ”Quando, durante la crisi economica dell’estate del 1992 e la tempesta valutaria sulla lira, svalutata del 30%, il Governo decise un prelievo fiscale aggiuntivo, il gioco pubblico d’azzardo divento’ una delle voci del prelievo indiretto. Il divieto assoluto all’azzardo si attenuo’, mentre la giurisprudenza introdusse nell’Ordinamento elementi interpretativi nuovi: ‘La legislazione italiana si propone non gia’ di contenere la domanda e l’offerta di gioco, ma di canalizzarla in circuiti controllabili al fine di prevenire la possibile degenerazione criminale”’. ”E’ l’inizio della liberalizzazione. Nel 1994 – ricorda la rivista – nascono le prime lotterie istantanee (la prima risale al 21 febbraio 1994, attraverso una norma della legge finanziaria). Nel 1997, durante il Governo Prodi, si autorizzano sia le sale-scommesse, sia la doppia giocata di Lotto e Superenalotto, che cosi’ e’ cresciuto del 1.000%. Nel 1999, durante il Governo D’Alema, nascono le sale Bingo. Con la legge n. 388/2000 e’ il Comune a rilasciare una licenza; ma, per ottenerla, basta presentare al sindaco una denuncia di inizio attivita”’. ”Nel 2003 – prosegue Civilta’ Cattolica – avviene il terzo cambio di paradigma: il gioco d’azzardo e’ trasformato in una grande operazione finanziaria. Nel 2003 lo Stato sceglie di introdurre ”il gioco finanziario sul gioco”; nascono i derivati finanziari sul gioco; inizia il business delle concessionarie, e da allora calano le entrate tributarie. Sono gli anni in cui il Governo Berlusconi autorizza le slot machine (2003) e le scommesse Big Match (2005). Tra il 2007 e il 2008 vengono autorizzati i giochi che raggiungono l’utente via sms e digitale; l’azzardo online viene legalizzato. L’anno dopo, nel 2009, nascono le videolottery e il Gratta e vinci – una sorta di lotteria spontanea, che fa tramontare definitivamente la Lotteria di capodanno -, approvati con decreto n. 39/2009. In questi ultimi tre anni sono state date piu’ di 1.000 concessioni per aprire sale da gioco per tornei di poker e 7.000 punti vendita per scommesse ippiche e sportive”. Che cosa e’ cambiato a livello politico? ”Lo Stato estende la con¬cessione a societa’ private for profit attraverso il cavillo giuridico delle deroghe non piu’ occasionali ma generalizzate, e cosi’ di fatto l’attivita’ cessa di essere monopolio di Stato. Da allora anche la politica non riesce a trovare un equilibrio a causa del conflitto di interessi tra il Ministero dell’Economia e quello degli Affari sociali. Nel 2012 il Governo Monti ha cercato di arginare le scelte fatte, impedendo agli esercizi commerciali – come i supermercati – di offrire giochi in alternativa alla restituzione del resto della spesa in denaro. Anche se l’allora ministro della Salute Balduzzi con un decreto ha autorizzato 10.000 controlli, il tentativo di riformare il settore regolando la pubblicita’ e’ stato bloccato e definito demagogico”. E’ cosi’ che oggi ”le slot machine, che sono una ogni 133 abitanti, sono diventate nel Sud le nuove forme di pizzo delle cosche. Il prezzo di molti esercizi commerciali spesso dipende dal giro di affari del traffico del gioco”.

(ASCA) – Roma, 2 ott 2014 – La crisi economica – sottolineano i gesuiti – aggrava un circolo vizioso: i disoccupati hanno una propensione all’azzardo ed entrano nella trappola degli usurai. Va dunque smentita la tesi, sostenuta dai fautori del gioco d’azzardo, che l’offerta legale e autorizzata e’ l’antidoto a quella illegale. Il giro d’affari del gioco d’azzardo illegale e’ stimato intorno ai 10 miliardi di euro. E’ l’offerta diffusa e capillare che rende impossibile il controllo della criminalita’ e delle circa 41 cosche criminali, che hanno smesso di investire sulle bische clandestine e gestiscono attivita’ formalmente legali, come l’apertura di sale gioco in cui si riciclano grandSi stima che gli italiani spendano 664 euro all’anno per investire nel loro futuro attraverso pensioni integrative e 1.260 per giocare e consumare il presente nell’azzardo. i quantita’ di denaro e si manomettono le apparecchia¬ture attraverso softwares informatici. Per questi comportamenti illeciti mancano sanzioni penali adeguate”. L’illusione della scorciatoia e l’ipnosi collettiva hanno prodotto un ulteriore effetto negativo: quello di sottrarre reddito alle famiglie gia’ nei problemi. ”Si stima che gli italiani spendano 664 euro all’anno per investire nel loro futuro attraverso pensioni integrative e 1.260 per giocare e consumare il presente nell’azzardo”. Oltre ai rilievi morali e giuridici, ”bastano molte storie di vite rovinate – conclude la Civilta’ Cattolica – per ricordare al Governo e al Parlamento che il banco non puo’ piu’ continuare a vincere con regole truccate”.

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